E'
situata nel cuore della Toscana, al centro di un vasto e vario territorio
delimitato a nord dalle colline chiantigiane e a sud dalle brulle crete. La città
sorge sopra una dozzina di colline raggruppate ed è tra le poche in Italia ad
essere riuscita a conservare nel tempo quasi intatte le caratteristiche
dell’ambiente medievale ed il tessuto urbano originario, rimasto quindi
inalterato e ancora perfettamente
integrato con la splendida campagna circostante.
Sembra
che il toponimo “Siena” provenga dal nome dell’antico fondatore Senio,
figlio di quel Remo che dette a sua volta ” i natali ” alla bellissima
capitale italiana, che sconfisse in duello il fratello Montorio e dominò la
città ; ma il passaggio dei Galli Senoni in questa parte di Toscana farebbe
risalire la nascita di Siena in tempi ancora più remoti. La città iniziò la
sua crescita durante la dominazione longobarda e nel X secolo era governata dai
Vescovi sostituiti poi da governi consolari laici, fino a che con l’annessione
di signorie e castelli Siena impose il suo potere alle città circostanti,
soprattutto a Firenze, notoriamente la nemica politica più accanita.
I
contrasti fra Siena ghibellina e Firenze guelfa caratterizzarono molti decenni
del XIII secolo, fino a culminare nella famosa Battaglia di Montaperti del 1260
che consacrò per un certo periodo l’egemonia senese su tutto il territorio
toscano. La storia di Siena continua arricchendosi di eventi e personaggi
grandiosi, come Santa Caterina e San Bernardino, i nove Papi dati alla Chiesa,
primo fra tutti quell’Enea Silvio Piccolomini, noto come Pio II, nato a Pienza,
umanista e pensatore illuminato.
Dal
punto di vista artistico-culturale Siena è senza dubbio una città capolavoro,
perfettamente conservata nel suo assetto urbanistico, ricca di opere
architettoniche di stupenda fattura, circondata da una campagna varia ed
incontaminata. Fra le bellezze artistiche spiccano la Cattedrale
dell’Assunta, fra le più belle e riuscite esperienze di architettura
italiana ed europea di quel genere che trapassa dallo stile romanico, iniziato
qui da Lando di Pietro nel 1339 e sospeso con l’arrivo della peste verso la
metà del secolo, a quello gotico, stile con cui fu ripresa la costruzione del
Duomo da parte di Giovanni di Cecco, ispiratosi evidentemente al Duomo di
Orvieto.
I
ricchi rivestimenti marmorei e la copiosa quantità di opere d’arte custodite
attualmente al Museo dell’Opera costruiscono un insieme artistico di
ineguagliabile valore, comprovato dall’intevento di nomi quali quello di
Giovanni Pisano che eseguì le statue della facciata, di Domenico di Niccolò e
Domenico Beccafumi che eseguirono il pavemento in marmo intarsiato, Nicola
Pisano che costruì il celebre pergamo insieme al figlio Giovanni e ad Arnolfo
di Cambio. Da non perdere è la Libreria Piccolomini annessa al Duomo in
cui sono conservati i testi appartenuti alla biblioteca di Pio II e che è
rivestita da affreschi del Pinturicchio ed il Battistero di San Giovanni
con all’interno lo stupendo fonte battesimale di Jacopo della Quercia alla cui
decorazione parteciparono peraltro Donatello ed Ghiberti. A fianco della
Cattedrale si trova il Museo dell’Opera Metropolitana in cui sono
conservate le opere rimosse dal Duomo, come la bellissima Maestà di Duccio di
Bonisegna, ed altri indiscussi capolavori della scuola senese.
Altro
museo di notevole interesse è il Museo Civico, situato all’interno del
Palazzo Pubblico, vero e proprio scrigno di tesori preziosi dell’arte
senese come la “Maestà” ed il “Guido Riccio da Fogliano” di Simone
Martini, gli “Effetti del Buon Governo” di Ambrogio Lorenzetti che rappresenta il ciclo pittorico profano del medioevo più
grande mai dipinto davanti al quale si trova purtroppo in gravi in condizioni il
“Mal Governo e i suoi effetti”: in queste due opere straordinarie si scopre
dietro il soggetto allegorico una delle visioni della vita medievale più
moderne ed avanguardistiche.
Ospitato
nel bel palazzo gotico Buonsignori è il museo più importante di Siena, la Pinacoteca
Nazionale, dove sono raccolte
le opere fondamentali della pittura senese dalle sue origini fino al 1600. Nelle
sale della pinacoteca si snoda un itinerario di opere ragguardevoli, molte delle
quali risalgono al periodo aureo della pittura senese, quello che va da Duccio
di Boninsegna alla morte dei fratelli Lorenzetti nel 1348 a causa della peste.
In una lunga serie s’inseguono nomi ed opere straordinari :
e
tanti altri autori con creazioni altrettanto importanti dell’arte senese.
Insomma all’interno della Pinacoteca si segue un percorso artistico
straordinario, fra i più significativi della pittura trecentesca in Europa e
nel mondo.
Ma
l’altro museo, altrettanto importante e ricco di opere magnifiche, è quello
che si scopre “en plein air”, passeggiando all’interno delle vecchie mura,
per le vie cittadine, fra i palazzi e le antiche piazze. Ad ogni angolo ed
incrocio di strade Siena offre una sorpresa artistica, un palazzo, una piazza,
una chiesa ricchi di arte e di storia e nella maggior parte dei casi legati
ai momenti più importanti della vita senese. Fra i palazzi più belli
quello Tolomei del XIII sec. che si apre nella piazza omonima, quello Sansedoni
affacciato su Piazza del Campo, quello Chigi-Saracini di origine gotica e
restaurato “in stile” nel 1920, attuale sede della prestigiosa Accademia
Musicale Chigiana, frequentata da figure di prim’ordine del panorama musicale
mondiale.
Inoltre
Palazzo Salimbeni, sede attuale del Monte dei Paschi, Palazzo Piccolomini, di
fattura rinascimentale realizzato forse dal Rossellino sullo stesso modello di
quello che troviamo a Pienza, il Palazzo Pubblico, protagonista quasi assoluto
di Piazza del Campo, sede fin dall’origine dell’autorità comunale, accanto
al quale si erge la Torre del Mangia.
Ed
eccoci arrivati al luogo tanto conosciuto da essere quasi
identificato con la città di Siena, ovvero Piazza del Campo,
teatro dei principali eventi della vita senese, dove tuttora si corre il celebre
e discusso Palio e che sembra far confluire verso di sé tutta l’attenzione
dei turisti, vuoi anche per la forma di conchiglia concava che le conferisce una
pendenza assai evidente, quasi a voler far scivolare i passanti al proprio
interno; inoltre la pavimentazione in cotto nonché le facciate rossastre di
alcuni palazzi cicostanti conferiscono alla piazza, specilmente verso l’ora
del tramonto, un colore incredibilmente suggestivo, mitigato solo dal biancore
della bella Fonte Gaia. Dalla piazza si dipartono a raggiera numerosi vicoli, i
cosiddetti “chiassi” che raggiungono le tre vie principali della città, per
cui percorrendo quest’ultime è possibile intravedere la piazza stessa in vari
scorci e scoprirla quindi sempre
diversa a seconda del punto di
osservazione.
Fra
le numerose chiese meritano una visita quella di San Domenico iniziata
nei primi anni del 1200, costruita su di un’unica e grande navata con la
copertura a legname a vista e dotata di numerose opere d’arte, fra le quali
spiccano gli affreschi del Sodoma; quella di Santa Maria dei Servi, di
fattura rinascimentale; quella di San Francesco, con la bellissima e
semplice facciata in netto contrasto con la vasta navata interna tipica delle
chiese francescane; quella Sant’Agostino, di origine duecentesca
costruita con schema conventuale e
rinnovata completamene dal Vanvitelli verso la metà del 1700, che la trasformò
in una delle chiese barocche senesi più riuscite. Infine la Chiesa di
Provenzano tardorinascimentale. Tra le costruzioni duecentesche di carattere
religioso è lo Spedale di Santa Maria della Scala, posto infatti di
fronte alla scalinata della Cattedrale, antica fondamentale tappa di ristoro e
soccorso lungo la via Francigena che ha mantenuto la sua funzione ospedaliera
fino a pochi decenni fa.
Due
i teatri in cui si svolge parte della vita teatrale e musicale della città:
quello Comunale dei Rinnovati, originaria sala del Gran Consiglio
della Repubblica senese e restaurato nel 1753 da Antonio Bibbiena secondo i
moduli tipicamente italiani e quello dei Rozzi, legato alle
attività dell’omonima accademia che insieme a quella degli Intronati, quella
dei Fisiocratici e la più tarda Accademia Tegea costituì uno dei luoghi di
cultura e mondanità principali della vita senese durante il secolo dei Lumi.
Per
tutti coloro che hanno la fortuna o la “sventura” di visitare Siena nel
periodo estivo, in particolar modo nei mesi di Luglio ed Agosto, si presenta
un’occasione di scoperta della città assolutamente irripetibile, cioè quella
del Palio, una delle manifestazioni più contraddittorie ed attraenti al tempo
stesso d’Europa, al pari forse delle celebri corride spagnole.
A
prescindere dalle due giornate in cui viene effettuata la celebre corsa di
cavalli, il 2 Luglio ed il 16 Agosto, è fin dalla primavera, quando vengono
estratte a sorte le dieci contrade che gareggeranno in Piazza del Campo, che si
accende il clima di rivalità e “tradimenti”, di dolore e gioia dei senesi,
tutti i senesi, nessuno escluso. Fino alla metà di settembre passeggiando per
le strade cittadine non mancherà l’occasione di assistere ad un rullo di
tamburo, una festa di contrada, allo sventolamento di qualche bandiera, senza
considerare che nei giorni della corsa del Palio, Siena si dimentica del mondo
esterno, persino dei turisti che circolano per le sue vie, e si immerge nel
clima acceso contradaiolo.
Ne
nasce uno spettacolo che, malgrado le continue e perpetuate critiche da parte di
animalisti e simili, è senza alcun dubbio interessante e appassionato: nessuno
sfugge all’atmosfera travolgente fatta di sbandieratori esagitati, canti più
o meno blasfemi, cene improvvisate per le strade delle contrade, probabili risse
fra contradaioli nemici, magari vicini di portone o addirittura coabitanti sotto
lo stesso tetto ma fatalmente separati da confini di bandiera che, finite le
giornate ferventi di vinti e vincitori, torneranno a rivolgersi la parola fino
alla gara successiva.
Il
periodo che precede il Palio è irrinunciabile per chi vuole scoprire la vera
faccia di una comunità che nei mesi invernali passeggia composta e
“altezzosa” lungo le vie del centro, frequenta orgogliosa la banca più
antica del mondo e che in estate si scompiglia a ritmo di discussioni concitate
e facili insulti.